LA RESPIRAZIONE LENTA

Le emozioni forti vanno ascoltate solo in caso d’emergenza vera, come fari nella nebbia. In tutti gli altri casi, meglio aspettare che passino. Solo così potrai rispondere, non reagire. Lo strumento principe per placare l’ansia è affidarsi al proprio respiro. Quando tutto dentro di te corre avanti, fermati e ascolta l’aria che entra e che esce. È lì che ritrovi stabilità. La cosiddetta tecnica della respirazione lenta può aiutarti a essere più calmo, a distogliere l'attenzione dalle preoccupazioni, a pensare con maggior chiarezza e quindi ad applicare meglio la tecnica del pensiero funzionale che verrà illustrata nella prossima sezione di questo manuale.

AUTORITÀ INTERIORE

Con questa tecnica potremo finalmente brillare senza darci colpe che non abbiamo. Faremo emergere la parte migliore di noi stessi in ogni occasione. L’insicurezza distrugge la capacità di entrare in contatto con gli altri.  Quando ci sentiamo insicuri tutto sembra essere più grande di noi, dimenticando tutte le sfide che in passato abbiamo vinto: la vittoria con sofferenza in una partita di calcio o un esame universitario difficilissimo. In questi momenti, abbiamo dato sempre meglio di noi stessi, abbiamo superato sfide che pensavamo impossibili, eppure ora ci troviamo in uno stato di insicurezza. In questi casi, dobbiamo riconnetterci con quella persona che eravamo.

LO STOP

Presa in prestito dalla Mindfulness, questa non è una manovra complicata né un rituale esoterico: è come un pulsante d’emergenza, il grande interruttore rosso che spegne la corrente prima che le fiamme raggiungano il cuore della struttura.
STOP non estingue l'ansia come farebbe un getto d’acqua gelata: sarebbe come tentare di soffocare il fuoco con troppa fretta, rischiando di farlo covare sotto la cenere. Piuttosto, crea un varco di tempo e spazio, una zona di sicurezza in cui possiamo osservare l’incendio senza esserne consumati. È l’atto di aprire una finestra per far entrare aria pulita, di rallentare la propagazione del fuoco fino a poterne capire la direzione.

LA TORCIA

Rimuginare continuamente con pensieri negativi significa alimentare un dialogo interiore che genera senso di colpa, inadeguatezza, ansia e solitudine. È come restare intrappolati in un circolo vizioso che logora energia e fiducia in sé stessi. Un modo efficace per interrompere questo meccanismo è imparare a riconoscere e dare voce ai pensieri, invece di lasciarli agire in silenzio. Un esercizio utile consiste nell’immaginarli come se fossero davanti a noi, illuminati da una torcia: questo atto di visualizzazione permette di guardarli da fuori, di osservarli con maggiore lucidità e, passo dopo passo, di sentirsi più liberi. Il lavoro interiore non si limita a “scacciare” le frasi negative, ma a bruciarle e sostituirle con pensieri più realistici e costruttivi, capaci di valorizzare ciò che siamo e ciò che abbiamo realizzato in passato. 

LA GRATIDUDINE

La gratitudine è un'emozione che riflette la capacità di apprezzare ciò che un individuo riceve. Attraverso la gratitudine le persone riconoscono quanto c’è di buono nella loro vita e che l’origine di questa bontà si trova almeno in parte nel mondo esterno. quale sia la meta del ringraziamento non importa, quello che conta è ammettere a noi stessi, che nonostante le difficoltà della vita, si è comunque ricevuto tanto. E questo stato mentale genera il buon umore indispensabile per la vita di tutti i giorni. Praticare la gratitudine significa fare uno sforzo consapevole per riconoscere, apprezzare e ringraziare per ciò che abbiamo nella nostra vita. Questa pratica coinvolge diverse azioni e atteggiamenti che possono contribuire a coltivare un senso di gratitudine e apprezzamento.

IL GROUNDIND

Questa tecnica, sviluppata da Alexander Lowen nell’ambito della Bioenergetica, rappresenta un invito a ritrovare stabilità e centratura, soprattutto nei momenti in cui ansia e pensieri intrusivi rischiano di travolgerci. Il Grounding non è solo un esercizio mentale: è un’esperienza completa che coinvolge corpo, emozioni e sensi. Significa riscoprire la connessione con ciò che ci sostiene, come quando si cammina scalzi sull’erba umida, si percepisce il calore del sole sulla pelle o si sente il contatto solido della terra sotto i piedi. Attraverso il radicamento impariamo a ritrovare sicurezza nel corpo, a rallentare il ritmo interiore e a gestire con più equilibrio le tempeste emotive. Come gli alberi che affondano le radici nel terreno per resistere al vento, il Grounding ci insegna a radicarci nella nostra presenza, per affrontare con maggiore forza e stabilità ciò che la vita ci porta.

IL TRAINING AUTOGENO 

Il training autogeno è una tecnica di rilassamento psicofisiologico ampiamente utilizzata in ambito clinico per il controllo dello stress, la gestione delle emozioni e il trattamento dei disturbi a base psicosomatica. Non è però limitato alla clinica: trova applicazione anche nello sport, nello studio e in tutte le situazioni che richiedono concentrazione e rendimento elevato. Questa tecnica è stata sviluppata negli anni ’30 dallo psichiatra tedesco Johannes Heinrich Schultz, allievo di Oskar Vogt, pioniere nello studio dell’ipnosi. Rispetto all’ipnosi, il training autogeno ha un vantaggio fondamentale: rende la persona autonoma. Dopo un periodo di apprendimento guidato, infatti, il soggetto può praticare gli esercizi in piena indipendenza, senza la costante presenza del terapeuta.

 

Il training autogeno offre numerosi benefici che si riflettono sia sul benessere psicologico che su quello fisico. Questa tecnica favorisce una significativa riduzione dello stress e dell’ansia, migliora la qualità del sonno e si rivela efficace nella gestione del dolore e dei disturbi a base psicosomatica.

La pratica costante contribuisce a rafforzare l’autocontrollo, ad accrescere l’autostima e a potenziare le prestazioni sia mentali che fisiche, con effetti positivi nello sport, nello studio e in altri ambiti della vita quotidiana. Inoltre, aiuta a recuperare energie psicofisiche e a sviluppare un rapporto più consapevole e profondo con sé stessi e con il proprio corpo.



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